KRAMER CONTRO KRAMER

di Avery Corman


con Daniele Pecci, Federica Di Martino, Fulvio Falzarano, Francesca Romana Succi, Raffaele Latagliata e Adriano Evangelisti


regia Patrick Rossi Gastaldi


scene e costumi Marta Crisolini Malatesta


musiche originali Patrizio Maria D’Artista


produzione Teatro e Società di Pietro Mezzasoma

SINOSSI

Il testo teatrale di Kramer contro Kramer è stato scritto da Avery Corman, già autore del romanzo da cui era stato tratto il celebre film di Robert Benton del 1979, con Dustin Hoffman e Meryl Streep, che con esso vinse uno dei suoi innumerevoli Oscar. Il dettaglio è importante, perché la commedia non è un derivato del film, per quanto ovviamente ne richiami le situazioni più fatidiche, ma è un lavoro del tutto originale. L’argomento, che fece molto scalpore ai suoi tempi quando l’emancipazione femminile era assai meno progredita di oggi, è rimasto di grande attualità, anche grazie alla finezza con cui l’autore lo svolge. Una giovane donna è costretta a dedicare tutta la sua esistenza al figlioletto perché il marito ha un lavoro che mentre lo assorbe non gli consente  l’indipendenza finanziaria necessaria a prendere un aiuto in casa. Sarebbe una situazione normale in una società antiquata, di tipo patriarcale, ma siamo nella moderna New York, e Joanna si sente frustrata, intrappolata, né riesce a far capire al marito la portata del suo disagio. Così prende la clamorosa decisione di piantarlo in asso per cercare di rifarsi una vita indipendente, il che comporta anche liberarsi dal vincolo del bambino. Superata la sorpresa e l’indignazione per la decisione della moglie, Ted scopre così di non essersi mai reso conto della portata dell’impegno della donna: occuparsi di un bambino di sei anni senza l’aiuto di altri parenti è infatti un impiego a tempo pieno. La trovata della storia è il modo con cui Ted finisce per appassionarsi alla sfida. Nello sforzo per badare al piccolo Billy – ecco il risvolto – pur continuando a fare carriera nella pubblicità, trova non solo un nuovo rapporto con suo figlio, ma anche una dimensione di se stesso che prima ignorava. La metamorfosi di Ted e le sue faticose piccole vittorie occupa la prima parte del racconto. Nella seconda c’è il ritorno di Joanna, che avendo raggiunto un equilibrio adesso si sente pronta a fare di nuovo la madre e rivuole il piccolo. Non molti mesi fa Ted avrebbe fatto ponti d’oro davanti a questa proposta, ma adesso non riesce nemmeno a prenderla in considerazione; a questo punto anche per noi che abbiamo seguito la lotta solitaria di Ted, Joanna è quasi una nemica. Come molte altre coppie divorziate anche questa finisce dunque davanti a un giudice, ciascuno dei due ex coniugi perora la sua causa, e sembra a questo punto che la ragione sia tutta – per una volta – dalla parte dell’uomo. Ma le cose stanno davvero così? La commedia imposta un avvincente dibattito in cui tutti si possono identificare e in cui, come nella vita, dire chi ha torto e chi ha ragione è molto azzardato.